LIBRO
Autore: Gennaro d'Amato
Titolo originale: Platone e l'Atlantide
Edizione consultata: Fratelli Melita, Genova 1988.
Edizione originale: ?, 1930?
Si tratta di una pessima ristampa di un libro che risale agli anni '30. Nessuna nota riporta la data esatta della prima edizione che però si può dedurre da alcuni riferimenti contenuti nel testo. Si citano come fatti recenti quelli avvenuti nel 1930. Inoltre l'autore invoca il capo del governo, S.E. Benito Mussolini, a favorire ricerche archeologiche nelle isole atlantiche.
La prima parte del libro è abbastanza interessante perché ricostruisce l'opinione che si ebbe di Atlantide in diverse epoche. Inoltre cita quella che lui stesso chiama la «tesi iperborea» secondo la quale un'antica civiltà si è sviluppata nelle regioni artiche. Ma da pag. 53 comincia una sequela di elucubrazioni pseudoetimologiche incoerenti e un'accozzaglia di comparazioni forzate per dimostrare che le diverse tradizioni del mondo discendono tutte da quella atlantidea. Questa mole di dati malamente collegati risulta incoerente e assolutamente intollerabile.
Qui si trova, fra le altre cose, l'idea che l'alfabeto abbia un'origine più antica di quella comunemente accettata, e che tutte le scritture del mondo derivino da un'unica matrice grafica (cifrario) costituito da un quadrato diviso da due diagonali. L'autore approfondisce questa idea dedicandogli un intero libro dal titolo «L'alfabeto sacro di Adamo AUM».
In definitiva, un esempio di come certi autori, superficiali ed incoerenti, con un uso disinvolto del sincretismo e dell'etimologia, possano screditare l'idea di Tradizione Primordiale.